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This commit is contained in:
@@ -41,31 +41,6 @@ export default function AboutSlider() {
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const { locale } = useRouter()
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// This list contains all the data for carousels
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// This can be static or loaded from a server
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/*
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const cards = [
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{
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title: 'Storia del Mercato',
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text: `Ciò che è sempre stato alla base del progresso della civiltà umana è lo scambio (di beni, di idee, di conoscenze). In età neolitica avveniva sotto forma di baratto. Nell'antichità e per tutto il Medioevo i principali canali di scambio erano il mercato, in genere allestito nelle piazze delle città e la fiera, imponente evento commerciale. Il mercato giornaliero, settimanale o mensile, vivacizzava la città e provvedeva alle esigenze della popolazione; era il luogo dello scambio tra la produzione dell'artigianato urbano e quella agricola. La fiera era un evento periodico, suddiviso in più circuiti predeterminati, dove tanti operatori economici convergevano per scambiarsi in natura, in moneta o tramite titoli di credito, beni in quantità consistenti; non mancavano le agevolazioni fiscali per i mercanti stranieri che vi convenivano. Ma la fiera era caratterizzata anche per il clima di confusione e festività; accadeva di tutto: circolazione di persone, di merci e cultura, spettacoli, giochi d'azzardo, reliquie di santi in bella mostra. Mentre l'attività produttiva (e a volte anche commerciale) del mercante, così come dell'artigiano si svolgeva nella bottega. Fino ai primi decenni del XVII secolo le fiere erano il principale canale di scambio commerciale e connotavano i territori entro le quali raggiungevano la loro fortuna. Con l'avvento dell'industrializzazione si afferma in Europa e nel mondo il sistema capitalistico di produzione: le botteghe artigiane diventano grandi fabbriche, le fiere tradizionali sono meno affollate e meno rinomate, divenendo sempre più sbocco di derrate agricole, e lasciando spazio a un nuovo tipo di fiera: la fiera campionaria, il cui massimo esempio è rappresentato dall’esposizione nazionale e universale. Nella città nascono gli spazi rispondenti alle nuove produzioni industriali e ai nuovi consumi: i passages, le gallerie, i grandi magazzini, gli antenati dell'odierno centro commerciale, tempio dell'attuale società consumistica del XXI secolo. Oggi sia i centri commerciali che le fiere specializzate (miranti ai singoli comparti dell'industria) sono gli attori fondamentali nel sistema di distribuzione delle novità introdotte dal grande mercato, propongono nuove idee e nuovi modelli di comportamento e consumo e, facilitando anche un'omologazione degli stessi, rispondono alle nuove dinamiche della globalizzazione. Se essi proliferano e riempiono il tessuto urbano, centrale o periferico, nei borghi e nei paesi, si trovano ancora le manifestazioni tipiche della sagra, del mercatino, della piccola fiera, della mostra a tema. Questi piccoli eventi preservano una cultura e una tradizione locali, talvolta ancora espressione della vita artigianale, attenuando il fenomeno della globalizzazione. In particolare il mercatino (agenzia d'affari) può essere strutturato come manifestazione periodica o avente una propria sede fissa. Rimane il luogo in cui possono rinvenirsi oggetti particolari, testimonianza del passato (più o meno recente) e non delle novità industriali.`,
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image:
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},
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title: 'Iniziativa',
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text: `Se è vero che oggi sia i grandi centri commerciali che questi piccoli eventi sono fenomeni culturali (i primi riguardanti la cultura attuale, globale, di massa, i secondi quella passata), sono luoghi d'intrattenimento e svago, hanno entrambi carattere di coinvolgimento emotivo e grande varietà e assortimento merceologico, è anche vero che gli ultimi sono organizzati esponendo le merci tuttalpiù per generi, settori. I titolari, attenti soprattutto al valore economico del bene usato, possono limitarsi a fornire ai visitatori informazioni basilari sugli stessi, non soddisfacendo mai completamente un ipotetico arricchimento culturale dei propri clienti. Ecco l'ipotesi di una nuova formula di agenzia d'affari che aspiri a essere un'esposizione a tema (come la fiera e la mostra a tema) e allo stesso tempo avere grande varietà e assortimento di culture e generi, il tutto ordinato in un disegno che susciti emozioni e fornisca al cliente la massima trasmissione culturale che può scaturire dall'osservazione di prodotti usati; ridia vita alle merci, ricordandosi delle culture e tradizioni locali (oggi più che mai in pericolo) e sia attenta alle urgenti istanze di ecologia, riuso e sostenibilità. Safara è uno spazio innovativo che espone prodotti datati come un normale mercatino, ma li reinserisce nella loro "cornice" originaria, affianco ad oggetti e simboli dello stesso periodo storico. È costituita da un percorso ramificato in più "fermate", ognuna delle quali rappresenti un decennio del 900. Perfino ogni singolo oggetto racconterà in breve la sua storia. Se ciò che è sempre stato alla base del progresso della civiltà umana è lo scambio, è ancora attraverso esso che Safara fornisce un elemento di diversificazione rispetto agli altri attori dell’usato. Riutilizzando la visione ancestrale del commercio basata sul baratto, e adattandola in chiave moderna, assieme ad altri servizi unici, Safara è davvero un’agenzia unica nel suo genere. Pensiamo inoltre che l’idea possa costituire un supporto utile come completamento di altra manifestazione locale.`,
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'https://images.unsplash.com/photo-1438183972690-6d4658e3290e?ixid=MnwxMjA3fDB8MHxwaG90by1wYWdlfHx8fGVufDB8fHx8&ixlib=rb-1.2.1&auto=format&fit=crop&w=2274&q=80',
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},
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title: 'Chi Siamo',
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text: `Safara è un'agenzia d'affari, più nota con il termine di mercatino dell'usato, che a differenza dei concorrenti, affianca all'offerta commerciale un'offerta culturale, tentando parallelamente di valorizzare la sua regione di provenienza e di fornirle un servizio utile, soprattutto in un periodo storico delicatissimo per il pianeta intero.`,
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image:
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'https://images.unsplash.com/photo-1507237998874-b4d52d1dd655?ixlib=rb-1.2.1&ixid=MnwxMjA3fDB8MHxwaG90by1yZWxhdGVkfDR8fHxlbnwwfHx8fA%3D%3D&auto=format&fit=crop&w=900&q=60',
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*/
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const cards = aboutJson[locale as keyof typeof aboutJson]
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return (
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