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"resourceCaption": "-Questa riserva naturale a Pescocostanzo (L’Aquila), viene istituita nel 1985 e dal 1991 è parte del parco nazionale della Majella.\n-In età classica il bosco era considerato sacro a Giove; nel Medioevo viene consacrato a sant’Antonio abate prima, poi a sant’Antonio da Padova, da cui prende il nome e di cui conserva un eremo a lui dedicato.\n-Considerato tra le più belle faggete d’Abruzzo, si compone di un paesaggio unico, dall’atmosfera suggestiva e fiabesca, visitabile in tutte le stagioni, per attività quali trekking, escursioni, equitazione, scii, picnic o semplici passeggiate.\n-Con la sua ricca flora e la sua variegata fauna, è da tempo protetto dal disboscamento: già in passato veniva chiamato Difesa, perché chiuso, proibito e destinato al pascolo.",
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"resourceCaption": "-Diverse sono le ipotesi sull’origine del nome Trabocco, palafitta che poggia sul mare e da sempre adibita alla pesca e/o ad abitazione delle famiglie di pescatori della zona. Per alcuni il nome deriva dal latino trabs (legno, casa, albero), per altri da trabocchetto teso ai pesci, oppure dalla tecnica di impiantare pali tra gli scogli, nei buchi, o ancora dal trabiccolo usato nei frantoi, simile alla struttura del trabocco.\n-Secondo alcune testimonianze storiche, queste costruzioni in legno di pino sul mare esistevano sul litorale abruzzese già nel 1200: per alcuni si tratterebbe addirittura di un’invenzione dei Fenici. \n-Altri studiosi collocano la comparsa delle strutture in tempi più recenti, a partire dal ‘600. Ma col tempo diventano più leggere e progressivamente vengono abbandonate per disuso o per perdita di conoscenza della loro manutenzione. Oggi sono diventate principalmente strutture ricettive e un’attrazione turistica simbolo della tradizione locale. La tecnica di pesca nei trabocchi ancora attivi, è rimasta la medesima: intercettare con grandi reti le branche di pesci che si spostano lungo la costa.",
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"resourceCaption": "-Si pensa che il nome Trabocco, palafitta in legno di pino che poggia sul mare, adibita alla pesca e/o ad abitazione delle famiglie di pescatori della zona, derivi dal latino trabs (legno, casa, albero); secondo altre ipotesi, da trabocchetto teso ai pesci, oppure dalla tecnica di impiantare pali tra gli scogli, nei buchi, o ancora dal trabiccolo usato nei frantoi.\n-Per alcuni storici queste costruzioni esistevano sul litorale abruzzese già nel 1200; per altri si tratterebbe addirittura di un’invenzione dei Fenici. \nAltri studiosi le collocano in tempi più recenti, a partire dal ‘600. \n-Col tempo diventano più leggere e vengono progressivamente abbandonate per disuso o per perdita di conoscenza della loro manutenzione. Oggi sono principalmente strutture ricettive e un’attrazione simbolo della tradizione locale. La tecnica di pesca è rimasta la medesima: intercettare con grandi reti le branche di pesci che si spostano lungo la costa.",
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"resourceCaption": "-Il territorio di Lanciano sembra fu abitato già tra il VI e il V millennio a.C., mentre la tradizione vuole che la città sia stata fondata nel 1179 a.C da Solima, un profugo giunto in Italia insieme ad Enea dopo la distruzione di Troia, che la chiamò Anxanum; lo stesso fondò anche la vicina Sulmona.\n-Abitata nell’antichità dal popolo Frentano, di origina sannitica, che diventò federato dei Romani dopo la prima sconfitta nelle due guerre sannitiche: i frentani, separatisi dai sanniti e alleati con Roma, gli rimasero fedeli sopratutto durante le guerre puniche, pur mantenendo sempre una certa indipendenza. \n-Sempre in epoca romana, Lanciano inizia ad acquisire una certa visibilità e prosperità grazie alle sue famose fiere, dette nundinae, favorite dalla collocazione strategica cella città, vicino al mare, ma su una collina (quindi difendibile) e crocevia di rotte commerciali via terra tra la Puglia e l’Italia settentrionale. Ad essere rinomati erano non solo i suoi mercati e le famose fiere, cui accorrevano mercanti da tutta Italia e dall’estero, ma anche le sue istituzioni e le importanti e numerose manifatture (aghi, lane, sete, tele reti e corde). Dopo un periodo di decadenza commerciale (generale in tutta Europa) durante l’altomedioevo, le fiere si sviluppano sempre più, raggiungendo il loro splendore nel XV secolo.\n-Alcune tradizioni locali, antiche maestranze e sopratutto l’organizzazione della città funzionale alle sue antiche fiere, sono tuttora visibili in Lanciano.",
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"resourceCaption": "-Tra le più importanti piazze di Pescara e il cui nome originale è piazza della Rinascita, fu costruita nel 1943, dopo i bombardamenti americani su Pescara. Come indica il nome, la sua funzione era assurgere a un nuovo ruolo di unione e incontro sociale, quando le attività e il centro della città si andavano spostando progressivamente dai colli alla zona costiera (sopratutto dopo l’inaugurazione della stazione di Pescara nel 1863 da parte di re Vittorio Emanuele II).\n-La piazza è rimasta perlopiù invariata per 50 anni; prima del 2006, anno in cui ha subito una ripavimentazione, era costellata da palme circondate da panchine; nel 2008 vi viene installata una scultura dell’architetto giapponese Ito, rappresentante un grande calice di vino, ma la stessa si crepa un paio di mesi dopo.",
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"resourceCaption": "-Posta su un rilievo decorato di caratteristici calanchi, dal quale ha una spettacolare vista del Mare Adriatico, è forse la più antica città d’Abruzzo. Per alcuni era già abitata nel VIII sec. a.C. da una popolazione illirico-sicula stabilitasi in grotte tuttora accessibili; per altri fu fondata da una colonia di Illiri proveniente dalla Dalmazia.\n-Neanche sull’origine del nome vi sono studi unanimi: secondo alcuni dette il nome al mare Adriatico, trovandosi sulla sua costa uno dei primi porti emporio del mercato greco già dal VI sec. a.C.. Per altri fu il popolo illirico-siculo a darle il nome, col suo culto del Dio Hadranus, il sacro cane ritrovato sulle più antiche monete rinvenute.\n-Sicuramente abitata da colonie preromane, si unì presto a Roma: già nell’89 a.C. era Municipium e nel 27 a.C. una sua Colonia. E’ opinione comune che l’imperatore Adriano sia nato ad Atri e i resti di monumenti romani sono ancora numerosi: una piscina quadrangolare rinvenuta nella cripta della Cattedrale, resti di terme e lastricati stradali, di una cisterna, di antichi forni e di un teatro romano. Si pensa che Annibale si sia accampato ad Atri durante la seconda guerra punica. \n-Nel basso Medioevo, sotto i Longobardi, subì un periodo di decadenza ed abbandono. Verso la fine del 1300, fu venduta al duca Antonio Acquaviva, la cui famiglia, imparentata con gli Aragonesi, ebbe 19 duchi, che nel corso dei secoli hanno arricchito culturalmente ed esteticamente la città. \n-Dopo l’estinzione della famiglia Acquaviva (fine 700), Atri torna sotto il dominio diretto del regno di Napoli; a fine 800 vengono edificati il Teatro comunale e il palazzo della Città.",
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"resourceCaption": "-Il secondo massiccio montuoso più alto degli Appennini dopo il Gran Sasso, si trova tra le province dell’Aquila, Pescara e Chieti; la sua cima più alta, di 2793m, è il Monte Amaro. E’ meno rocciosa del Gran Sassso e con una flora estremamente variegata, che comprende il 37% delle specie italiane.\n-Il suo particolare profilo da donna, l’ha resa famosa come la Bella Addormentata d’Abruzzo e ha dato origine alla leggenda della ninfa Maja, da cui prende il nome: la più bella delle Pleaidi, figlia di Atlante e Peione e madre di Hermes, un gigante bellissimo. Per salvare il figlio dalle numerose ferite riportate in battaglia nella Frigia, si rifugiò in una caverna del Gran Sasso, da dove partì alla ricerca di erbe miracolose. Ma essendo la montagna totalmente innevata, non ne trovò; di ritorno dal figlio, trovandolo morto e sovrastata dal dolore, lo seppellì sul Gran Sasso, tuttora chiamato “il gigante che dorme”; dopodiché si accasciò, seguendone le sorti, sulla montagna di fronte, dove fu seppellita da alcuni pastori impietositi. E dove continua a vegliare sul figlio.\n-Tra la ricca fauna del Parco della Majella vi sono orsi marsicani, camosci, lupi appenninici, cervi, caprioli, lontre, aquile reali e tante altre specie.",
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"resourceCaption": "-Il territorio di Lanciano sembra fu abitato già tra il VI e il V millennio a.C., mentre la tradizione vuole che la città sia stata fondata nel 1179 a.C da Solima, un profugo giunto in Italia insieme ad Enea dopo la distruzione di Troia, che la chiamò Anxanum; lo stesso fondò anche la vicina Sulmona.\n-Abitata nell’antichità dal popolo Frentano, di origina sannitica, che diventò federato dei Romani dopo la prima sconfitta nelle due guerre sannitiche: i frentani, separatisi dai sanniti e alleati con Roma, gli rimasero fedeli sopratutto durante le guerre puniche, pur mantenendo sempre una certa indipendenza. \n-Sempre in epoca romana, Lanciano inizia ad acquisire una certa visibilità e prosperità grazie alle sue famose fiere, dette nundinae, favorite dalla collocazione strategica cella città, vicino al mare, ma su una collina (quindi difendibile) e crocevia di rotte commerciali via terra tra la Puglia e l’Italia settentrionale. Ad essere rinomati erano non solo i suoi mercati e le famose fiere, cui accorrevano mercanti da tutta Italia e dall’estero, ma anche le sue istituzioni e le importanti e numerose manifatture (aghi, lane, sete, tele reti e corde). Dopo un periodo di decadenza commerciale (generale in tutta Europa) durante l’altomedioevo, le fiere si sviluppano sempre più, raggiungendo il loro splendore nel XV secolo.\n-Alcune tradizioni locali, antiche maestranze e sopratutto l’organizzazione della città funzionale alle sue antiche fiere, sono tuttora visibili in Lanciano.",
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"resourceCaption": "-Tra le più importanti piazze di Pescara e il cui nome originale è piazza della Rinascita, fu costruita nel 1943, dopo i bombardamenti americani su Pescara. Come indica il nome, la sua funzione era assurgere a un nuovo ruolo di unione e incontro sociale, quando le attività e il centro della città si andavano spostando progressivamente dai colli alla zona costiera (sopratutto dopo l’inaugurazione della stazione di Pescara nel 1863 da parte di re Vittorio Emanuele II).\n-La piazza è rimasta perlopiù invariata per 50 anni; prima del 2006, anno in cui ha subito una ripavimentazione, era costellata da palme circondate da panchine; nel 2008 vi viene installata una scultura dell’architetto giapponese Ito, rappresentante un grande calice di vino, ma la stessa si crepa un paio di mesi dopo.",
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"resourceCaption": "-Tra le più importanti piazze di Pescara e il cui nome originale è piazza della Rinascita, fu costruita nel 1943, dopo i bombardamenti americani su Pescara. Come indica il nome, doveva assurgere a un nuovo ruolo di unione e incontro sociale, quando le attività e il centro della città si andavano spostando progressivamente dai colli alla zona costiera (sopratutto dopo l’inaugurazione della stazione di Pescara nel 1863 da parte di re Vittorio Emanuele II).\n-La piazza è rimasta perlopiù invariata per 50 anni: prima del 2006, anno in cui ha subito una ripavimentazione, era costellata da palme circondate da panchine; nel 2008 vi viene installata una scultura dell’architetto giapponese Ito, rappresentante un grande calice di vino, ma la stessa si crepa un paio di mesi dopo.",
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"resourceCaption": "-Posta su un rilievo decorato di caratteristici calanchi, dal quale ha una spettacolare vista del Mare Adriatico, è forse la più antica città d’Abruzzo. Per alcuni era già abitata nel VIII sec. a.C. da una popolazione illirico-sicula stabilitasi in grotte tuttora accessibili; per altri fu fondata da una colonia di Illiri proveniente dalla Dalmazia.\n-Neanche sull’origine del nome vi sono studi unanimi: secondo alcuni dette il nome al mare Adriatico, trovandosi sulla sua costa uno dei primi porti emporio del mercato greco già dal VI sec. a.C.. Per altri fu il popolo illirico-siculo a darle il nome, col suo culto del Dio Hadranus, il sacro cane ritrovato sulle più antiche monete rinvenute.\n-Sicuramente abitata da colonie preromane, si unì presto a Roma: già nell’89 a.C. era Municipium e nel 27 a.C. una sua Colonia. E’ opinione comune che l’imperatore Adriano sia nato ad Atri e i resti di monumenti romani sono ancora numerosi: una piscina quadrangolare rinvenuta nella cripta della Cattedrale, resti di terme e lastricati stradali, di una cisterna, di antichi forni e di un teatro romano. Si pensa che Annibale si sia accampato ad Atri durante la seconda guerra punica. \n-Nel basso Medioevo, sotto i Longobardi, subì un periodo di decadenza ed abbandono. Verso la fine del 1300, fu venduta al duca Antonio Acquaviva, la cui famiglia, imparentata con gli Aragonesi, ebbe 19 duchi, che nel corso dei secoli hanno arricchito culturalmente ed esteticamente la città. \n-Dopo l’estinzione della famiglia Acquaviva (fine 700), Atri torna sotto il dominio diretto del regno di Napoli; a fine 800 vengono edificati il Teatro comunale e il palazzo della Città.",
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"resourceCaption": "-Posta su un rilievo decorato di caratteristici calanchi, con una spettacolare vista del Mare Adriatico, è forse la più antica città d’Abruzzo. Per alcuni era già abitata nel VIII sec. a.C. da una popolazione illirico-sicula.\n-Secondo certi storici dette il nome al mare Adriatico, per altri fu il popolo illirico-siculo a darle il nome, col suo culto del Dio Hadranus, il sacro cane ritrovato sulle più antiche monete rinvenute.\n-Sicuramente abitata da colonie preromane, si unì presto a Roma: già nell’89 a.C. era Municipium e nel 27 a.C. una sua Colonia. E’ opinione comune che l’imperatore Adriano sia nato ad Atri e che Annibale vi si sia accampato durante la seconda guerra punica. \n-Nel basso Medioevo subì un periodo di decadenza ed abbandono. Verso la fine del 1300 fu venduta al duca Antonio Acquaviva. \n-Dopo l’estinzione degli Acquaviva (fine 700), Atri torna sotto il dominio diretto del regno di Napoli; a fine 800 vengono edificati il Teatro comunale e il palazzo della Città.",
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"resourceCaption": "-Il secondo massiccio montuoso più alto degli Appennini dopo il Gran Sasso, si trova tra le province dell’Aquila, Pescara e Chieti; la sua cima più alta, di 2793m, è il Monte Amaro. E’ meno rocciosa del Gran Sassso e con una flora estremamente variegata, che comprende il 37% delle specie italiane.\n-Il suo particolare profilo da donna, l’ha resa famosa come la Bella Addormentata d’Abruzzo e ha dato origine alla leggenda della ninfa Maja, da cui prende il nome: la più bella delle Pleaidi, figlia di Atlante e Peione e madre di Hermes, un gigante bellissimo. Per salvare il figlio dalle numerose ferite riportate in battaglia nella Frigia, si rifugiò in una caverna del Gran Sasso, da dove partì alla ricerca di erbe miracolose. Ma essendo la montagna totalmente innevata, non ne trovò; di ritorno dal figlio, trovandolo morto e sovrastata dal dolore, lo seppellì sul Gran Sasso, tuttora chiamato “il gigante che dorme”; dopodiché si accasciò, seguendone le sorti, sulla montagna di fronte, dove fu seppellita da alcuni pastori impietositi. E dove continua a vegliare sul figlio.\n-Tra la ricca fauna del Parco della Majella vi sono orsi marsicani, camosci, lupi appenninici, cervi, caprioli, lontre, aquile reali e tante altre specie.",
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"resourceCaption": "-Secondo massiccio montuoso più alto degli Appennini dopo il Gran Sasso, si trova tra le province dell’Aquila, Pescara e Chieti; la sua cima più alta, di 2793m, è il Monte Amaro. Ha una flora che comprende il 37% delle specie italiane.\n-Il suo profilo da donna l’ha resa famosa come la Bella Addormentata d’Abruzzo e ha dato origine alla leggenda della ninfa Maja, la più bella delle Pleaidi e madre di Hermes, un gigante bellissimo. Per salvare il figlio ferito in battaglia, i due si rifugiarono in una caverna del Gran Sasso, da dove lei partì alla ricerca di erbe miracolose. Ma essendo la montagna totalmente innevata, non ne trovò; di ritorno, trovando il figlio morto, sovrastata dal dolore, lo seppellì sul Gran Sasso, tuttora chiamato “il gigante che dorme”; dopodiché si accasciò, seguendone le sorti, sulla montagna di fronte, dove continua a vegliare sul figlio.\n-La ricca fauna del Parco della Majella comprende orsi marsicani, camosci, lupi appenninici, cervi, caprioli, lontre, aquile reali e tante altre specie.",
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"resourceCaption": "-Considerato uno dei più celebri western della storia del cinema, rappresentante d’eccellenza del genere spaghetti western (o western all’italiana), fu girato da Sergio Leone nel 1966, dopo il successo di “Per un pugno di dollari” e “Per qualche dollaro in più”; insieme a questi completa la trilogia del dollaro di Leone.\n-Sebbene il regista non si sia mai espresso sull’argomento, il protagonista comune dei tre film, il giovane Clint Eastwood interpretante il misterioso Uomo senza nome, mostra un chiaro collegamento tra gli stessi: l’ultimo film può essere considerato più che un sequel, un prequel dei primi due, perché è qui che il personaggio trova i vestiti che indossa nei primi due e la guerra di secessione americana è in pieno svolgimento, mentre negli altri probabilmente è conclusa.\n-Le colonne sonore dei tre i film sono di Ennio Morricone.\n-Nei tre protagonisti del film, in linea col pensiero di Leone, coesistono luce e ombra, bellezza e bruttezza, umanità e spietatezza, dimostrando un sapere evidente del regista riguardo la psiche umana. \n-Inizialmente il film divise il pubblico, ma si rivelò ben presto un successo enorme, un capolavoro considerato da molti (ad esempio da Tarantino) la più bella pellicola della storia del cinema.\n-Il budget fu di 1,3 milioni di dollari, una cifra incredibile per l’epoca e secondo lo stesso Leone, che solo due anni prima versava in precarie condizioni economiche.",
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"resourceCaption": "-Durante gli anni 60, anni segnati dal boom economico del dopoguerra, da una rivoluzione ideologica e culturale spesso proveniente dai giovani, dall’emancipazione femminile e dalle lotte razziali, si afferma una rock band inglese destinata ad entrare nella storia: i Beatles.\n-Nascono nel ’57 a Liverpool quando John Lennon e Paul McCartney, appartenenti a due diversi gruppi musicali, si conoscono in un concerto. Ai due si aggiunge nel ’58 George Harrison e i tre creano un gruppo chiamato The Quarrymen; nel ’59 vi entra il bassista Stuart Sutcliffe e nel ’60 il batterista Pete Best. E’ l’anno in cui il gruppo si denomina Beatles e assume quel look e taglio di capelli che entreranno nell’immaginario collettivo.\n-Nel ’62 hanno un provino alla casa discografica “Decca”, ma il loro potenziale non viene riconosciuto (con grande rammarico postumo della casa), ma vengono invece scritturati dall’etichetta EMI che chiede la sostituzione del batterista Best con Ringo Star. Nello stesso anno, con il primo successo internazionale del gruppo Love me do, ha inizio la mania per i Beatles. Il resto è storia: nel ’64 ben 5 loro brani sono nella top 5 americana, nel ’65 la regina Elisabetta II conferisce loro il titolo di Baronetti a Buckingham Palace ecc ecc.",
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"resourceCaption": "-Avery Fisher (New York 1906-Connecticut 1994) già nel 1930 , mosso dall’intenzione di migliorare la tecnologia radio esistente, inizia i suoi primi esperimenti di design dell’audio. Nel ’37 ha già progettato innovativi amplificatori, sintonizzatori ed altoparlanti e fondato la società Filarmonica, che venderà nel 45 per dedicarsi alla Fisher Radio.\n-Nel ’50 dona il suo più grande contributo alla tecnologia audio attraverso i primi amplificatori a transito e il radiofonografo stereofonico.\n-Nel ’60, oltre ad aver implementato progressi nel design e nella potenza dei suoi prodotti, presenta forse il suo più grande successo, il ricevitore stereo multiplex FM 500-C, un dispositivo capace di riprodurre un suono quasi perfetto: ne sono state prodotte oltre 100000 unità. Nel ’65 viene prodotta la versione 500-B.",
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"resourceName": "Cappa da cucina anni 60",
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"resourceCaption": "-Elettrodomestico completamente Made in Italy, la cappa da cucina venne ideata verso la fine degli anni 50 da Abramo Galassi del marchio Faber.\n-Elemento fondamentale di una cucina, spesso sottovalutata in favore di altri elettrodomestici quali ad esempio il forno, rende l’aria purificata da sostanze inquinanti quali fumi, vapori e odori derivati dalla cottura del cibo.\n-A metà degli anni 60, la cappa ad aspirazione motorizzata sostituì in molte cucine italiane quella a tiraggio naturale.\n-Negli anni 70 si diffonde in quasi tutte le cucine italiane e a partire dagli anni 80, con l’evoluzione tecnologica e la cura del design, diviene elemento di connotazione estetica.",
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"resourceCaption": "-Elettrodomestico Made in Italy, la cappa da cucina venne ideata alla fine degli anni 50 da Abramo Galassi del marchio Faber.\n-Elemento fondamentale di una cucina, spesso sottovalutata in favore di altri elettrodomestici, purifica l’aria da sostanze inquinanti quali fumi, vapori e odori derivati dalla cottura del cibo.\n-A metà degli anni 60, la cappa ad aspirazione motorizzata sostituì in molte cucine italiane quella a tiraggio naturale.\n-Negli anni 70 si diffonde in quasi tutte le cucine italiane e negli anni 80, con l’evoluzione tecnologica e la cura del design, diviene elemento di connotazione estetica.",
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"resourceCaption": "-La 500 D t.a. fu presentata da Fiat nel 1960 e venne prodotta fino al 1965.\n-Rispetto alla precedente versione 500 “tetto apribile”, la quale a sua volta era l’evoluzione della prima versione del 57, la 500 D t.a. implementava un motore potenziato e vari miglioramenti negli accessori interni ed esterni alla vettura (imbottitura dei sedili, schienale ribaltabile in avanti, portacenere, tergicristallo migliorato ecc.) che le donavano un maggior confort. \n-Grazie a questa nuova versione la 500 venne conosciuta e apprezzata da un pubblico più ampio, perfino da coloro che nelle versioni precedenti non l’avevano accolta positivamente; si posizionò definitivamente come utilitaria leggendaria nell’immaginario collettivo.\n-Il prezzo iniziale era di 500000 lire.",
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"resourceCaption": "-La 500 D t.a. fu presentata da Fiat nel 1960 e prodotta fino al ’65.\n-Rispetto alla precedente versione 500 “tetto apribile”, la quale era a sua volta l’evoluzione della prima versione del 57, la 500 D t.a. implementava un motore potenziato e vari miglioramenti negli accessori interni ed esterni alla vettura che le donavano un maggior confort. \n-Con questa nuova versione la 500 viene conosciuta e apprezzata da un pubblico più ampio, perfino da coloro che nelle versioni precedenti non l’avevano accolta positivamente; si posiziona quindi definitivamente nell’immaginario collettivo come utilitaria leggendaria.\n-Il prezzo iniziale era di 500000 lire.",
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"resourceName": "Bmx Schwinn Stingray",
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"resourceCaption": "-Il BMX (Bicycle motocross) è una disciplina che nasce in California nel 1969 dall’intuizione di un gruppo di ragazzini intenti ad imitare i loro idoli del motocross. Il successo dell’idea è immediato e si organizzano da subito gare su sterrato con bici di piccole dimensioni, ma molto resistenti e con ruote spesse.\n-Tale sport si diffonde rapidamente negli anni 70, e dall’80 in poi, quei professionisti che avevano maturato una buona esperienza, cominciano a usare la bici in maniera acrobatica per avere più tecnica nelle gare, contribuendo alla nascita del Freestyle, parallelamente a quella del BMX.\n-La prime BMX vengono costruite con modifiche fai da te su telai di bici già esistenti: la bici più utilizzata per tali modifiche è la Schwinn Sting-Ray, commercializzata nel 1963.\n",
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"resourceCaption": "-Il BMX (Bicycle motocross) è una disciplina che nasce in California nel 1969 dall’intuizione di un gruppo di ragazzini intenti ad imitare i loro idoli del motocross. Il successo dell’idea è immediato: si organizzano da subito gare su sterrato con bici di piccole dimensioni, ma molto resistenti e con ruote spesse.\n-Tale sport si diffonde rapidamente negli anni 70, e dall’80 in poi, quei professionisti che avevano maturato una buona esperienza, cominciano a usare la bici in maniera acrobatica per avere più tecnica nelle gare, contribuendo alla nascita del Freestyle, parallelamente all’evoluzione del BMX.\n-La prime BMX vengono costruite con modifiche fai da te su telai di bici già esistenti: la bici più utilizzata per tali modifiche è la Schwinn Sting-Ray, commercializzata nel 1963.",
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"resourceCaption": "-Considerato uno dei più celebri western della storia del cinema, rappresentante d’eccellenza del genere spaghetti western (o western all’italiana), fu girato da Sergio Leone nel 1966, dopo il successo di “Per un pugno di dollari” e “Per qualche dollaro in più”; insieme a questi completa la trilogia del dollaro di Leone.\n-Sebbene il regista non si sia mai espresso sull’argomento, il protagonista comune dei tre film, il giovane Clint Eastwood interpretante il misterioso Uomo senza nome, mostra un chiaro collegamento tra gli stessi: l’ultimo film può essere considerato più che un sequel, un prequel dei primi due, perché è qui che il personaggio trova i vestiti che indossa nei primi due e la guerra di secessione americana è in pieno svolgimento, mentre negli altri probabilmente è conclusa.\n-Le colonne sonore dei tre i film sono di Ennio Morricone.\n-Nei tre protagonisti del film, in linea col pensiero di Leone, coesistono luce e ombra, bellezza e bruttezza, umanità e spietatezza, dimostrando un sapere evidente del regista riguardo la psiche umana. \n-Inizialmente il film divise il pubblico, ma si rivelò ben presto un successo enorme, un capolavoro considerato da molti (ad esempio da Tarantino) la più bella pellicola della storia del cinema.\n-Il budget fu di 1,3 milioni di dollari, una cifra incredibile per l’epoca e secondo lo stesso Leone, che solo due anni prima versava in precarie condizioni economiche.",
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"resourceCaption": "-Durante gli anni 60, anni segnati dal boom economico del dopoguerra, da una rivoluzione ideologica e culturale spesso proveniente dai giovani, dall’emancipazione femminile e dalle lotte razziali, si afferma una rock band inglese destinata ad entrare nella storia: i Beatles.\n-Nascono nel ’57 a Liverpool quando John Lennon e Paul McCartney, appartenenti a due diversi gruppi musicali, si conoscono in un concerto. Ai due si aggiunge nel ’58 George Harrison e i tre creano un gruppo chiamato The Quarrymen; nel ’59 vi entra il bassista Stuart Sutcliffe e nel ’60 il batterista Pete Best. E’ l’anno in cui il gruppo si denomina Beatles e assume quel look e taglio di capelli che entreranno nell’immaginario collettivo.\n-Nel ’62 hanno un provino alla casa discografica “Decca”, ma il loro potenziale non viene riconosciuto (con grande rammarico postumo della casa), ma vengono invece scritturati dall’etichetta EMI che chiede la sostituzione del batterista Best con Ringo Star. Nello stesso anno, con il primo successo internazionale del gruppo Love me do, ha inizio la mania per i Beatles. Il resto è storia: nel ’64 ben 5 loro brani sono nella top 5 americana, nel ’65 la regina Elisabetta II conferisce loro il titolo di Baronetti a Buckingham Palace ecc ecc.",
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"resourceCaption": "-Avery Fisher (New York 1906-Connecticut 1994) già nel 1930 , mosso dall’intenzione di migliorare la tecnologia radio esistente, inizia i suoi primi esperimenti di design dell’audio. Nel ’37 ha già progettato innovativi amplificatori, sintonizzatori ed altoparlanti e fondato la società Filarmonica, che venderà nel 45 per dedicarsi alla Fisher Radio.\n-Nel ’50 dona il suo più grande contributo alla tecnologia audio attraverso i primi amplificatori a transito e il radiofonografo stereofonico.\n-Nel ’60, oltre ad aver implementato progressi nel design e nella potenza dei suoi prodotti, presenta forse il suo più grande successo, il ricevitore stereo multiplex FM 500-C, un dispositivo capace di riprodurre un suono quasi perfetto: ne sono state prodotte oltre 100000 unità. Nel ’65 viene prodotta la versione 500-B.",
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"resourceCaption": "-Elettrodomestico completamente Made in Italy, la cappa da cucina venne ideata verso la fine degli anni 50 da Abramo Galassi del marchio Faber.\n-Elemento fondamentale di una cucina, spesso sottovalutata in favore di altri elettrodomestici quali ad esempio il forno, rende l’aria purificata da sostanze inquinanti quali fumi, vapori e odori derivati dalla cottura del cibo.\n-A metà degli anni 60, la cappa ad aspirazione motorizzata sostituì in molte cucine italiane quella a tiraggio naturale.\n-Negli anni 70 si diffonde in quasi tutte le cucine italiane e a partire dagli anni 80, con l’evoluzione tecnologica e la cura del design, diviene elemento di connotazione estetica.",
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"resourceCaption": "-La 500 D t.a. fu presentata da Fiat nel 1960 e venne prodotta fino al 1965.\n-Rispetto alla precedente versione 500 “tetto apribile”, la quale a sua volta era l’evoluzione della prima versione del 57, la 500 D t.a. implementava un motore potenziato e vari miglioramenti negli accessori interni ed esterni alla vettura (imbottitura dei sedili, schienale ribaltabile in avanti, portacenere, tergicristallo migliorato ecc.) che le donavano un maggior confort. \n-Grazie a questa nuova versione la 500 venne conosciuta e apprezzata da un pubblico più ampio, perfino da coloro che nelle versioni precedenti non l’avevano accolta positivamente; si posizionò definitivamente come utilitaria leggendaria nell’immaginario collettivo.\n-Il prezzo iniziale era di 500000 lire.",
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"resourceCaption": "-Sebbene la storia della Polaroid, fotocamera instantanea, inizia nel 1937 con l’invenzione della lente polarizzata di Edwin Land (fisico e scienziato considerato un genio secondo solo a Edison per numero di brevetti depositati), la prima macchina fotografica instantanea è del 1947: la Polaroid 95, la quale richiedeva un minuto per la fotografia in bianco e nero.\n-Negli anni 50 più di un milione di persone ne avevano una. Nel 63 con Polacolor, viene lanciata la prima fotocamera instantanea a colori che conobbe un successo smisurato.\n-Lo stesso Land, non stanco del successo ottenuto, nel 1972 realizzò un modello destinato a diventare iconico: la Polaroid SX-70: pieghevole, con rullino quadrato e in grado di modificare con effetti le foto: pare ne venissero prodotte 5000 al giorno.",
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"resourceCaption": "-Il leggendario logo denominato “Tongue & Lip”, comprare la prima volta in pubblico il 26 marzo 1971, stampato sui VIP Pass di un concerto degli Stones al Marquee Club di Londra. La prima comparsa in un album (Stick Fingers) è invece del 23 aprile dello stesso 71.\n-Già molto conosciuti e seguiti, autoconsideratisi e riconosciuti come gli antagonisti dei colleghi di Liverpool, i Beatles, a causa della musica più aggressiva della loro e con continui riferimenti a disordini sociali e politici, sesso e droghe, nel 70 i Rolling Stones chiesero alla Royal College of Art un artista per la creazione del logo da usare per i poster del loro imminente tour europeo. Mick Jagger rifiutò il primo disegno che il giovane John Pasche gli aveva presentato; ma quello che gli mostrò dopo è considerato da molti il logo più famoso, potente e iconico della musica rock e degli anni 70 in generale.\n-Contrariamente all’opinione comune, il logo non riproduceva le labbra di Jagger, ma la bocca della divinità indù Kali.",
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"resourceCaption": "-Il leggendario logo “Tongue & Lip” comprare la prima volta nel marzo 1971 sui VIP Pass di un concerto degli Stones a Londra. La prima comparsa in un album (Stick Fingers) è invece nell’aprile dello stesso anno.\n-Già conosciuti e seguiti, nel ’70 i Rolling Stones cercano alla Royal College of Art un artista che crei il logo da usare nei poster del loro imminente tour europeo. Mick Jagger rifiuta il primo disegno del giovane John Pasche; ma il secondo verrà considerato da molti il logo più famoso, potente e iconico della musica rock e degli anni 70 in generale.\n-Contrariamente all’opinione comune, il logo non riproduce le labbra di Jagger, ma la bocca della divinità indù Kali.",
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"resourceCaption": "-La Innocenti Mini Cooper fu prodotta dall’italiano Innocenti tra il ’66 e il ’75 su licenza MINI e basata sulle omonime vetture di origine inglese, le cui praticità e notorietà erano tali da venire prodotte anche da marchi stranieri: la versione italiana presentava differenze estetiche e nel design che la rendevano più curata. Il modello Innocenti Mini Cooper MK1 fu prodotta dal ’66 al ’68.\n-La Mini Cooper nasce nel ’57 in Gran Bretagna, quando la BMC (che poi diventerà MINI) chiede all’ingegnere Alec Issigonis di progettare un’utilitaria economica, piccola ma spaziosa, per sopperire alla crisi del petrolio di Suez: viene lanciata nel ’59 in due marchi, Austin e Morris. Il successo non è immediato, bisogna abituarsi alle nuove forme estremamente ridotte. Ma non tardano a farsi conoscere per l’estrema agilità e la tenuta di strada che le portano presto (parallelamente alla produzione di analoghe vetture per il mercato famigliare) nel mondo delle competizioni, in particolare nel Rally, ottenendo importanti vittorie internazionali.\n-Il nome Cooper deriva da John Cooper dell’omonimo team di Formula 1, che elaborò Mini incrementandone la potenza per le competizioni.\n-Nel 1994 MINI viene acquistata da Bmw.\n-Oggi la “piccola” vettura inglese, ad oltre 20 anni dalla sua uscita e con più di 10 milioni di auto vendute, è entrata da tempo nella storia dell’automobile, in tutte le sue varianti.",
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"resourceCaption": "-Sebbene la storia della Polaroid, fotocamera instantanea, inizia nel 1937 con l’invenzione della lente polarizzata di Edwin Land (fisico e scienziato considerato un genio secondo solo a Edison per numero di brevetti depositati), la prima macchina fotografica instantanea è del 1947: la Polaroid 95, la quale richiedeva un minuto per la fotografia in bianco e nero.\n-Negli anni 50 più di un milione di persone ne avevano una. Nel 63 con Polacolor, viene lanciata la prima fotocamera instantanea a colori che conobbe un successo smisurato.\n-Lo stesso Land, non stanco del successo ottenuto, nel 1972 realizzò un modello destinato a diventare iconico: la Polaroid SX-70: pieghevole, con rullino quadrato e in grado di modificare con effetti le foto: pare ne venissero prodotte 5000 al giorno.",
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